I capillari sono una vera e propria patologia estetica e rappresentano una pagina importante della Flebologia. Ma sono differenti dalle varici. Con il termine "varici", o vene varicose, vengono comunemente indicate le vene dilatate e tortuose, più frequentemente localizzate agli arti inferiori. Tali vene hanno una particolarità essenziale, non conducono bene il flusso di sangue che deve tornare al cuore, cioè verso l’alto e contro la gravità. Nelle vene varicose, per definizione, si ha una parete venosa alterata e delle valvole che non reggono più ( insufficienza), talvolta in modo irrecuperabile (scompenso). Il sangue rallenta e ristagna ( stasi, pericolosa per le flebiti), oppure torna indietro e causa le ulcere. Oltre un milione di pazienti in Europa si sottopongono ogni anno ad interventi chirurgici per le vene varicose. Circa il 40% delle donne ed il 25% degli uomini presentano i tipici sintomi che vanno dal leggero fastidio, alla pesantezza, al gonfiore degli arti, alla fatica e al dolore nella deambulazione.
Se non trattate preventivamente, aumentano i rischi di varicosità, rottura dei vasi, ulcere e rischio flebitico. Prevenzione innanzi tutto: correggere, il problema in tempi rapidi consente di limitare i danni. Prevenzione si, ma integrata, ovvero attraverso un nuovo stile di vita che necessariamente passa attraverso la corretta alimentazione, il movimento, gli indumenti, le idonee calzature e, soprattutto, attraverso una precisa diagnosi precoce.
Infatti, nelle fasi iniziali della malattia, con piccoli correttivi chirurgici è possibile salvare la vena safena, nelle fasi tardive, i trattamenti saranno più drasticì e demolitivi. Anche se l'orientamento terapeutico più moderno è quello proporre soluzioni meno traumatizzanti e sempre più conservative e meno demolitive, nelle forme avanzate i margini di recupero sono certamente ridotti.
“Perfettamente in linea con questa è il trattamento di flebochirurgia estetica che permette di trattare, in modo quanto più conservativo possibile ed in anestesia locale, tutte le varici e le vene varicose. Con il termine di Flebochirurgia Ambulatoriale Estetica si intende una strategia chirurgica che, in regime assolutamente ambulatoriale, in anestesia locale e senza punti di sutura, permette di asportare varici e varicosità, attraverso un piccolissimo foro di un ago oppure attraverso piccole incisioni di 1 -2 millimetri, utilizzando piccolissimi strumenti che permettono di sfilare la varice dall’esterno oppure quasi invisibili sonde laser che entrano dentro le vene. Se correttamente eseguita la metodica presenta numerosi vantaggi e poche complicazioni”.
La storia racconta che Aulus Cornelius Celsus ( 25 a.C - 53 d.C.), dovendo risolvere il grosso problema delle vene varicose e delle varicosità, che era già importante a quel tempo, pensò di praticare delle minuscole incisioni di un centimetro per asportare, con dei rudimentali uncini, i tronchi ed i gavoccioli varicosi. Il Paziente era il console romano Caio Mario che, dopo l’esperienza della gamba sinistra, rifiutò di farsi operare all’altra gamba a causa del dolore intollerabile. Dopo circa 2000 anni, negli anni 70, un dermatologo e flebologo svizzero, Robert Muller, riesumò quell’idea e la studiò minuziosamente. Grazie ai progressi dell’anestesiologia e della diagnostica, Muller riuscì a perfezionare la metodica in modo tale da modificare la terapia di varici e varicosità. Tale metodica, con il nome di “Flebectomia per miniincisioni” fu perfezionata dal Prof. Pier Antonio Bacci e pubblicata nel 1986 nel libro “La flebectomia ambulatoriale” di Bacci - Muller.
Grazie alle moderne tecnologie ed alle possibilità offerte dai Laser la metodologia è oggi notevolmente migliorata.
Agli inizi degli anni novanta, il Prof. Bacci ed il Prof. Mancini, nel Centro di Flebologia dell’Università di Siena, presentarono una metodica che prevedeva l’introduzione del laser CO2 e Yag dentro la safena attraverso una piccola incisione alla caviglia per togliere le varici. Tale metodica, permetteva una piccola rivoluzione nella terapia però aveva qualche problema nella produzione di fumo dentro la vena. Dopo alcuni anni, grazie ai miglioramenti tecnologici del laser molti autori hanno ripreso l’idea dando nuovo impulso a questa metodica è indicata per alcuni tipi di safena e per alcune vene reticolari. Più complesso restava il trattamento dei capillari e delle fini varicosità.
“Le varici ed i capillari sono una causa frequente di cellulite ma la maggiorparte delle volte è la stessa cellulite che causa varici e capillari grazie alle sue alterazioni sulle matrice interstiziale. I capillari sono una delle pagine di flebologia estetica più frequente, costituendo nello stesso tempo inestetismo e patologia.
Il trattamento dei capillari prevede uno studio completo ed attento per definirne le cause, le alterazioni del flusso venoso ed i rapporti con il tipo ed il colore della cute. Tutto ciò potrà limitare eventuali complicazioni dei trattamenti come le macchie marroni e le recidive.
Il trattamento base resta sempre la microsclerosi chimica per eseguire una bonifica profonda del terreno venoso.
Per i capillari finissimi rossi, intradermici, difficilissimi da incannulare con l’ago esiste la termoterapia, uno shok termico dato dall’esterno con un piccolissimo ago che chiude istantaneamente, senza dolori e senza anestesia questi piccoli rametti. La luce pulsata, utilissima ed insostituibile per il ringiovanimento del volto e per gli angiomi, non trova invece grandi indicazioni per i capillari delle gambe.
Il laser, che differisce dalla luce pulsata per la coerenza e la monocromaticità della lunghezza d’onda della sua luce può trovare invece particolare indicazione nel trattamento delle vene varicose dall’interno, cioè attraverso una piccola sonda che si introduce nel vaso e ne chiude il lume, con una scleroterapia ben fatta, senza bisogno di incisioni o di stripping.
Una interessante, nuovissima e sofisticata modifica è venuta dalle possibilità tecniche di produrre una sonda laser piccola come un capello. Tanto piccola da entrare dentro l’ago con cui vengono fatte le sclerosanti e riempite con i fillers le rughe.
Questa piccolissima sonda viene introdotta dentro la siringa da microscleroterapia, l’ago viene introdotto dentro il piccolo capillare ( come una banale microscleroterapia), a questo punto viene inviata la luce del laser che chiude i capillari dall’interno.
Senza incisioni, senza rischi di allergie o complicazioni di ulcerazioni cutanee, senza bisogno di compressione e calze elastiche. Certamente, con questa tecnica, no richiedendo limiti di sostanze chimiche da smaltire attraverso i reni, permette di velocizzare la durata dei trattamenti e la quantità di capillari o di reticoli varicosi trattati nella stessa seduta. Come tutte le metodiche, residua una piccola striscia scura per quindici giorni che scompare spontaneamente senza lasciare traccia.
Per la selettività del trattamento ed il recente perfezionamento della metodica, tutta di origine italiana, ancora pochi sono i centri sparsi in Italia che eseguono il trattamento, ma tutti di alto valore professionale.
Questa metodica, detta “microlaserscleroterapia”, proprio perché agisce come una sofisticatissima ed innocua microscleroterpia, costituisce uno dei trattamenti più avanzati della Flebologia, ed in particolare della Flebologia Estetica”. Perché tante terapie? Perché le vene hanno varie cause e vario calibro, per cui occorre utilizzare la migliore associazione per il migliore risultato clinico ed estetico. Nel caso delle vene grosse e safeniche esistono varie metodiche chirurgiche, più o meno conservative, ma oggi tutte assolutamente in anestesia locale e con piccola convalescenza, che possono dare ottimi risultati. Riguardo all’aspetto estetico, l’associazione di varie metodiche al trattamento base di microsclerosi può offrire risultati ragguardevoli per le più fini varicosità e capillari.
“Oggi si ha una importante arma in più. La microlaserscleroterapia è certamente una grossa evoluzione ma la prima terapia resta un buona diagnosi ed una precisa e mirata integrazione di metodiche poiché non esiste una buona terapia senza una buona diagnosi, oppure una macchina miracolosa buona per tutto. E se c’è la cellulite? Se e vero che la cellulite e un primo segno di alterazione Della matrice interstiziale ed i capillari un sintomo di alterazione nell’emodinamica venosa o nella postura, curare cellulite e capillari oggi significa limitare la chirurgia venosa e le invalidità domani. Anche per la cura della cellulite occorrono poche cose: dopo la diagnosi, specialmente in estate, dieta idonea, integratori alimentari idonei, attività fisica e linfodrenaggio. E per la cellulite, per le adiposità o irregolarità localizzate c’è sempre il lipowash: un lavaggio delle zone localizzate a buccia d’arancia con un piccolo ago con tanto fori che distribuisce sostanze lipolitiche e depurative, quindi la regolarizzazione dei tratti fibrosi o adiposi con lo strumento. Nello stesso tempo il microlaser cancella i piccoli graffi rappresentati dai capillar e favorisce la retrazione della cute””